Dopo anni di attività di blogging per un progetto aziendale, personale o professionale, sorge spontanea una domanda: ma ha ancora senso scrivere nuovi contenuti?
In effetti, produrre sempre nuovi contenuti presuppone un investimento importante, sia in termini economici che di risorse umane, e dopo centinaia di articoli si potrebbe anche valutare una sospensione delle attività, magari temporanea, per dedicarsi ad altro.
Ma questo approccio è utile o potrebbe rivelarsi controproducente?
Rispondere a questa domanda non è facile, perché le variabili in gioco da considerare sono molteplici.
Proviamo ad analizzarle insieme.
Perché stiamo producendo i contenuti?
La prima cosa da chiarire è la ragione per la quale si è deciso di produrre i contenuti fino a questo momento.
È molto importante comprendere questo aspetto, perché alcune motivazioni potrebbero rendere più difficile interrompere l’eventuale scrittura di nuovi articoli, mentre altre potrebbero creare meno disagi.
Ad esempio, se l’articolo del blog prodotto è collegato ad una newsletter alla quale gli utenti si sono iscritti con la promessa di ricevere un certo numero di contenuti alla settimana (o al mese), fermarsi per un determinato periodo di tempo vorrebbe dire modificare anche la propria strategia di invio delle email, con il rischio di perdere o compromettere la fidelizzazione acquisita.
Ancora, se il blog o magazine ha una finalità di monetizzazione diretta, tramite adsense, affiliazioni o vendita di spazi commerciali, l’interruzione nella produzione di nuovi contenuti potrebbe tradursi in un calo degli introiti, soprattutto se una parte consistente del traffico proviene dai social, che sappiamo premiare la quantità e la presenza costante.
Diverso è, invece, il caso in cui il blog ha una finalità di supporto agli utenti/clienti. Una volta soddisfatte le principali esigenze del pubblico di riferimento, uno stop temporaneo potrebbe consentire un miglioramento dei contenuti già prodotti, prima di andarne a realizzare di nuovi.
Su questo aspetto torneremo più avanti nel corso dell’articolo.
Che tipo di contenuto produciamo?
Un altro aspetto rilevante è la tipologia di contenuto che produciamo e pubblichiamo sul nostro blog o magazine.
Sì, perché non esistono solo i contenuti pillar, quelli evergreen, che funzionano nel tempo senza diventare mai obsoleti, in grado di portare traffico anche dopo anni.
Molti progetti, infatti, vivono di trend momentanei, attualità, notizie flash, comunicazioni aziendali, e pianificare uno stop nella produzione di nuovi articoli potrebbe compromettere l’intera struttura.
Quanti contenuti si producono?
La quantità di articoli scritti al giorno, a settimana o al mese, può influenzare moltissimo la scelta eventuale di sospendere le attività per un po’ di tempo, magari per destinare le risorse ad altro.
In effetti, se si scrivono decine di articoli al giorno, ridurre un po’ la quantità potrebbe non avere effetti rilevanti, ma se se ne pubblicano un paio al mese – come accade spesso sui blog aziendale B2B – allora una riduzione o una interruzione temporanea potrebbe avrebbe un impatto notevole.
Sia chiaro, non è una regola fissa, perché dipende molto anche dal tipo di contenuto che si produce.
Se, ad esempio, si scrivono articoli brevi, legati ad eventi in trend topic, la quantità inizia ad avere un ruolo quasi centrale in tutto il progetto, e anche una sua minima riduzione può avere degli effetti collaterali, mentre se si scrive un articolo al mese, ma estremamente articolato, approfondito, ricco di informazioni utilissime per il target di riferimento, slegato da logiche temporali, allora saltare qualche pubblicazione potrebbe non incidere così tanto, perché il contenuto ha la forza necessaria per resistere nel tempo.
Detto questo, è bene ribadirlo, tutto va parametrato al progetto nello specifico.
I contenuti prodotti sono ancora utili?
Quando si porta avanti un progetto di blogging per molto tempo si finisce col produrre contenuti che, a distanza di mesi o anni, potrebbero non essere più attuali, quindi poco o per nulla utili.
Invece di dedicare tempo e denaro alla scrittura di nuovi contenuti, quindi, sarebbe opportuno fare una analisi del pregresso, separando gli articoli in 3 grandi cluster:
- articoli ancora utili e attuali, da conservare così come sono;
- articoli ancora utili, ma che necessitano di una revisione e di un aggiornamento delle informazioni in esso contenute;
- articoli inutili, che affrontano tematiche e argomenti ormai obsoleti e di nessun interesse nel presente.
Fatta questa suddivisione, il mio consiglio è quello di procedere in questo modo:
- aggiornare gli articoli ancora utili, ma che necessitano di una revisione;
- rimuovere i contenuti vecchi, che non servono più a nessuno, oppure deindicizzarli per evitare che il motore di ricerca li mostri agli utenti e provare a risparmiare un po’ di crawl budget.
Questo processo è molto importante, per varie ragioni. Innanzitutto, perché avere dei contenuti recanti informazioni non più attuali non serve a nulla e a nessuno, e rischia di peggiorare i parametri di permanenza sul sito e di coinvolgimento dell’utente.
In seconda istanza, perché aggiornare i vecchi articoli è anche un’ottima occasione per migliorare la link building interna, ma anche per trovare eventuali spunti su argomenti correlati da trattare in nuovi contenuti.
Infine, perché un sito di contenuti va sempre inteso come un contenitore unico, e non l’insieme di tanti articoli singoli, che vivono di vita propria. Piuttosto, va considerato come un organismo, che è tanto forte quanto il suo contenuto più debole.
Di conseguenza, fare un lavoro di aggiornamento e di revisione dei contenuti potrebbe essere addirittura più importante di continuare a scrivere nuovi articoli da aggiungere ai precedenti.
Come già detto, però, dipende molto dal progetto che si sta portando avanti.
Conclusioni
Nell’economia di una strategia di inbound marketing e di content marketing più ampia, i contenuti scritti e pubblicati sul blog/magazine ricoprono un ruolo importantissimo, ma per funzionare devono essere utili.
Quindi, prima di lanciarsi nella produzione di nuovi contenuti, forse è il caso di chiedersi se sia più proficuo un lavoro di revisione e di aggiornamento di quanto fatto in passato piuttosto dell’ennesimo nuovo articolo.