Google è in continua evoluzione, e anche se le modifiche e gli aggiornamenti dell’algoritmo creano non pochi grattacapi a chi gestisce progetti web basati sul traffico organico, le intenzioni sono senz’altro buone.
L’obiettivo dichiarato, infatti, è presentare all’utente il miglior risultato possibile per la propria interrogazione, e chiunque abbia utilizzato la ricerca di Google sa che non capita proprio sempre.
Ne è consapevole anche Big G, che ha infatti pubblicato di recente un articolo sul blog ufficiale dal titolo “New ways we’re helping you find high-quality information”.
Vediamo quali sono questi tentativi di Google nel fornire risultati di alta qualità.
1. Migliorare i Featured Snippet
L’innovazione presentata dall’azienda di Mountain View riguarda in particolare una funzione presente da qualche anno nelle SERP, ovvero nelle pagine di risultati di ricerca. Ci riferiamo ai Featured Snippet, altrimenti noti come “Risultati Zero”.
Cosa sono? Si tratta di risultati di ricerca differenti rispetto a quelli canonici, che presentano due peculiarità:
- il riquadro ad essi dedicato è più ampio e contiene più testo;
- si posiziona sempre in alto, prima dei risultati standard, per questo è chiamato anche risultato zero.
Ecco un esempio.
Questi featured snippet presentano pregi e difetti, di cui Google è perfettamente consapevole. Innanzitutto, non sempre il testo presentato risponde in modo esaustivo alla domanda dell’utente, e per questo motivo tendono ad essere molto variabili. Inoltre, per chi produce il contenuto non è sempre da preferire conquistare questo risultato, perché potrebbe tradursi in un mancato click sul link.
In effetti, se l’utente trova già le informazioni di cui aveva bisogno, perché dovrebbe cliccare e leggere tutto il contenuto?
Ecco un esempio.
Insomma, non è tutto oro quello che luccica, a differenza di quanto dichiarato dall’azienda, che considera i Featured Snippet
“utili sia per le persone che effettuano ricerche su Google, sia per gli editori web, poiché gli snippet in primo piano indirizzano il traffico verso i siti.”
Ad ogni modo, questi snippet consentono al motore di ricerca di trasformarsi in un motore di risposta, che è da anni l’obiettivo di Google, con buona pace per chi produce i contenuti.
2. Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Come si legge nell’articolo summenzionato, Google sta cercando di migliorare i risultati zero utilizzando l’ultimo modello di intelligenza artificiale, denominato Multitask Unified Model (MUM).
Grazie ad esso, i sistemi del motore di ricerca sono in grado di
“comprendere la nozione di consenso, ovvero quando più fonti di alta qualità sul Web concordano tutte sullo stesso fatto”
In che modo? Confrontando i callout degli snippet, ovvero la parola o le parole richiamate sopra lo snippet in primo piano in un carattere più grande, rispetto ad altre fonti di alta qualità sul Web, per vedere se c’è un consenso generale per quel risultato, anche se le fonti usano parole o concetti per descrivere la stessa cosa.
A suo dire questa tecnica ha migliorato significativamente la qualità e l’utilità degli snippet in primo piano.
Inoltre, gli ingegneri di Google stanno istruendo l’intelligenza artificiale a capire quando questo tipo di risultato non è risolutivo e non rappresenta, quindi, il modo migliore per rispondere alla domanda dell’utente, che richiede invece un maggiore approfondimento.
3. Alfabetizzazione informatica
Oltre a migliorare il sistema di base al fine di restituire all’utente informazioni di alta qualità, Google ha anche creato delle funzioni di “Information literacy”, ovvero di alfabetizzazione informatica, che possano aiutare le persone a valutare le informazioni.
Come spiega nel suo articolo Pandu Nayak, Google Fellow e vicepresidente di Google, le persone tendono ad interrogare il motore di ricerca anche per validare informazioni trovate sui social o fornite da amici e parenti, per questo motivo l’azienda ha investito nella creazione di alcune funzionalità aggiuntive, tra Fact Check Explorer, Ricerca inversa di immagini (Reverse image search) e Informazioni su questo risultato (About this result), interessate da un importante aggiornamento.
4. Le modifiche alla sezione About This Result
Introdotta, un anno fa, la funzione About This Result consente all’utente di acquisire maggiori informazioni sul produttore del contenuto, o comunque sul sito che lo ospita, per capire se si tratta di una fonte affidabile e autorevole.
In merito a questa funzione Google ha annunciato l’introduzione di alcune novità, ad esempio quanto viene diffusa una fonte, recensioni online su una fonte o un’azienda, se l’azienda è di proprietà di un’altra entità o anche quando non si riescono a trovare molte informazioni su una fonte.
L’obiettivo è fornire il contesto più ampio possibile per consentire all’utente di valutare e validare quella fonte.
5. Espansione degli avvisi sui contenuti per lacune informative
Il web è pieno di notizie false, bufale costruite ad hoc, informazioni riportate male, ed anche se Google non è un produttore di contenuti ma solo un motore di ricerca è consapevole del suo ruolo e delle sue responsabilità nel consentire l’accesso a risultati di bassa qualità.
Le notizie viaggiano sempre più velocemente dei fatti, creando quello che viene definito un vuoto di dati, che Google vuole provare a contenere e contrastare.
“Per affrontare questi problemi, mostriamo avvisi sui contenuti in situazioni in cui un argomento è in rapida evoluzione, indicando che potrebbe essere meglio ricontrollare più tardi quando sono disponibili più fonti.”
In tal senso l’azienda sta introducendo degli avvisi anche nelle pagine di risultato per ricerche per le quali Google non ha un’elevata fiducia relativamente alla qualità complessiva dei risultati disponibili.
In pratica, anche se la ricerca ha restituito dei risultati, Google non ha abbastanza dati per validare la qualità delle informazioni fornite.
6. Educare contro la disinformazione
La disinformazione è uno dei mali dei nostri tempi, e può fare enormi danni, soprattutto negli utenti meno provvisti di strumenti critici di valutazione delle informazioni.
Per questo motivo, oltre alle migliorie tecniche del motore di ricerca, tramite la Google News Initiative (GNI) l’azienda ha investito quasi 75 milioni di dollari in progetti e partnership che lavorano per rafforzare l’alfabetizzazione mediatica e combattere la disinformazione in tutto il mondo.
Nell’articolo è stato annunciata anche la nuova partnership con MediaWise, presso il Poynter Institute for Media Studies, e PBS NewsHour Student Reporting Labs, per sviluppare piani di lezioni di alfabetizzazione informatica per insegnanti di studenti delle scuole medie e superiori.
Saranno disponibili gratuitamente per gli insegnanti che utilizzano PBS Learning Media e per il download sul sito Web di Poynter.
Conclusioni
Insomma, Google si sta impegnando a migliorare il modo in cui gli utenti entrano in contatto con le informazioni e la qualità delle stesse, ma si tratta pur sempre di interventi tecnici che riguardano il motore di ricerca.
Il ruolo principale in questa battaglia contro le informazioni di scarsa qualità è ricoperto dai produttori di contenuti, siano essi gruppi editoriali multinazionali o piccoli creator, che devono impegnarsi a scrivere e diffondere notizie e articoli informativi accurati e ben strutturati.