Sembra che a Facebook e Zuckerberg non basti più il suggerimento dei tag. Questo “studiando” le immagini profilo riesce a estrarre informazioni come la distanza fra gli occhi, il naso e le orecchie, consigliandoti la persona da taggare.
Ma questo tra poco tempo potrebbe essere sorpassato. Facebook sta infatti sviluppando DeepFace, un programma che non si basa sulle informazioni derivanti dalle immagini ma utilizza tecniche di comprensione di forme irregolari di dati, tipiche di alcune intelligenze artificiali.
Non preoccupatevi, per ora DeepFace, come scritto dal MIT Technology Review, è solo in fase di ricerca e quindi la privacy dei miliardi di utenti Facebook pare salva.
Certamente, date le ingenti risorse economiche del colosso americano e la potenza di questo nuovo software, non c’è da stare così tranquilli. Questo sembra capace addirittura di determinare se due fotografie che ritraggono due visi corrispondono alla stessa persona con una percentuale d’esatteza del 97,25%, appena sotto il 97,53% di un umano.
Il programma, sviluppato internamente da tre ricercatori e un professore dell’Università di Tel Aviv, si appresta a cambiare radicalmente il nostro rapporto con le immagini sui social.
Per far funzionare DeepFace è stata creata una ”rete neurale” in grado di imitare il sistema nervoso centrale degli animali. Ma ecco come Facebook presenta il progetto:
“Attualmente il riconoscimento facciale consiste di 4 step: rilevare, allineare, rappresentare e classificare. Abbiamo rivisto sia la fase di allineamento che quella di rappresentazione utilizzando un modello facciale 3D in modo da applicare una trasformazione affine ai tratti, e farne derivare una rappresentazione del volto derivante da nove strati di neural network. Questa “rete profonda” coinvolge più di 120 milioni di parametri con diversi strati collegati. Abbiamo sperimentato il programma sul più grande dataset facciale esistente (quattro milioni di immagini appartenenti a più di 4.000 identità, nel quale ogni identità ha in media un migliaio di campioni) ed è risultato che il nostro metodo è preciso al 97,25% riducendo l’errore dello stato attuale della tecnica di oltre il 25%, avvicinandosi molto alle prestazioni di livello umano.”
Diverse testate, tra cui HuffingtonPost, vedono un possibile risvolto commerciale, sulla scia della sempre più forte volontà di Facebook di ottenere sempre maggiori dati sui diversi utenti.
Se ci sarà da preoccuparsi lo scopriremo presto… i