Il mondo della SEO, e quindi dei professionisti che lo popolano, è sempre alla ricerca della tecnica di ottimizzazione che possa, nel concreto, potenziare il ranking dei contenuti e dei siti web ai quali si lavora, e ad ogni nuovo aggiornamento di Google fioccano ipotesi, trucchetti, soluzioni, in alcuni casi effettivamente utili, in altri meno.
Nel recente passato, ad esempio, in seguito a uno dei tanti, e sempre più frequenti e massicci Core Update del motore di ricerca, si è fatto un gran parlare dell’importanza dell’autorevolezza dell’autore dei contenuti come fattore di ranking, perché se chi scrive è competente di quella materia allora il suo contenuto è più affidabile rispetto agli altri.
Si tratta, com’è facile intuire, di una semplificazione estrema, figlia di quella ricerca di soluzioni facili e immediate a cui facevo riferimento prima, e che si è tradotta, nella stragrande maggioranza dei casi, in un’azione ben precisa: aggiungere un box autore in coda ai contenuti.
Serviva? Beh, sembrerebbe di no, almeno stando a quanto dichiarato dalla stessa Google su X (un tempo Twitter).
Cosa dice Google sulla questione
Come riportato tempestivamente dal sito Search Engine Journal, tramite il profilo X Google SearchLiaison (@searchliaison) e il suo esponente Danny Sullivan, l’azienda ha dichiarato che
“Google doesn’t somehow “check out our credentials.””
e che
“Author bylines aren’t something you do for Google, and they don’t help you rank better. They’re something you do for your readers.”
Insomma, Google non fa un controllo delle credenziali degli autori dei contenuti e la firma dell’autore non è un fattore di ranking, ma un elemento da comunicare ai lettori.
Le ragioni alla base di queste dichiarazioni sono legate alla pubblicazione di un articolo pubblicato dal sito The Verge, che trovi qui (tra l’altro, è davvero un bel contenuto), e nello specifico a questa frase.
Per completezza, riporto l’intero thread della discussione su X.
I know this will be a "simple, almost quaint answer" but this part of the article is wrong nor cites us saying this. Google doesn't somehow "check out our credentials." It is something I get that people can misunderstand, but not what I'd expect a news publication researching all… pic.twitter.com/fV2kGjABMR
— Google SearchLiaison (@searchliaison) January 8, 2024
Com’era facile attendersi, la discussione è proseguita per alcuni giorni, con diversi utenti che hanno manifestato dubbi in merito alle dichiarazioni, portando alcune testimonianze che, in qualche modo, avevano l’obiettivo di smentire quanto detto da Danny Sullivan.
Ad esempio, questo threads, al termine del quale l’esponente di Google ha chiarito che forse si faceva riferimento Google News e non a Google Search, in quanto il primo richiede la firma dell’autore per una questione di trasparenza, senza in ogni caso influenzare il ranking.
No. Google Search doesn't require bylines. You're referring to Google News, I believe. Bylines are required there for *eligibility* under the transparency policy. But having them doesn't cause you to *rank* better in News nor Search.
— Google SearchLiaison (@searchliaison) January 9, 2024
Come dobbiamo comportarci?
Quindi, è inutile inserire il box autore nei nostri contenuti, al fine di migliorarne il ranking?
Secondo me, no, non è inutile, perché se c’è una cosa che ho imparato in questi 10 anni di blogging è che Google non mostra mai le sue carte, cambia le regole continuamente in modo unilaterale (come fanno le banche, insomma), e si prende gioco di noi ogni volta che ne ha occasione.
E non lo dico per polemizzare, non ne ho nessuna intenzione, ma solo perché è proprio Google a dire che per “creare contenuti utili, affidabili e pensati per le persone” questi ultimi devono presentare le informazioni
“in un modo che consenta di ritenerle affidabili, ad esempio tramite fonti chiare, prove delle competenze di chi le fornisce, informazioni sull’autore o sul sito che le pubblica (ad esempio, tramite link a una pagina dell’autore o a una pagina informativa di un sito)?”
Lo dice Google, non il sottoscritto. Basta leggere le linee guida ufficiali, qui.
Come sempre, quello che conta è la sperimentazione e l’esperienza personale. Se l’introduzione di un box autore ben strutturato ha portato effetti positivi in termini di posizionamento, non vedo perché rimuoverlo.