Un mesetto fa circa mi è capitato di leggere un articolo (questo qui) dal titolo “Creating new content vs. optimizing old webpages: Which is better for SEO?”, nel quale si cerca di analizzare i pro e i contro di entrambe le strategie.
Beh, niente di nuovo, sono anni che SEO e content manager ripetono l’importanza dell’aggiornamento dei vecchi contenuti (me compreso), e proprio negli ultimi mesi ne ho avuto l’ennesima dimostrazione.
Infatti, in seguito al Core Update di Google di fine maggio si sono registrati alcuni cali di posizionamento, rendendo necessario un intervento di contenimento.
Purtroppo, in assenza di linee guida chiare da parte del motore di ricerca – che ogni tanto cambia le regole del gioco senza spiegarle – e consapevole del fatto che in passato ogni cambiamento ha prodotto oscillazioni molto forti seguite poi da periodi di stabilizzazione, ho puntato tutte le fish sull’unica azione che avrebbe sicuramente dato risultati positivi: aggiornare i vecchi contenuti.
Finora, ho avuto ragione; i siti hanno recuperato centinaia di keyword e raddrizzato in buona parte il traffico organico perso a causa dell’update. Certo, non basta, ma in attesa di capire cosa vuole diventare da grande Big G mi sembra la sola cosa sensata da fare.
Questo non vuol dire, sia chiaro, che produrre nuovi contenuti non sia utile o che io abbia interrotto i piani editoriali per concentrarmi solo sull’aggiornamento di quelli vecchi, perché le due azioni non si escludono a vicenda.
Contenuti nuovi e Contenuti vecchi
L’articolo summenzionato suggerisce, in modo alquanto furbo, di dedicare metà del tempo e delle risorse alla produzione di nuovi contenuti e l’altra metà all’aggiornamento di quelli vecchi.
Beh, non sono d’accordo, perché le due attività vanno inserite in due ambiti differenti del lavoro.
La produzione di nuovi contenuti rientra in una strategia di content marketing ed editoriale, mentre l’aggiornamento di quelli vecchi è da considerarsi come una manutenzione, che tendo a dividere in due tipologie:
- Manutenzione ordinaria: appartiene a questa categoria un’attività di carattere tecnico e strutturale, che consiste nell’aggiornamento della link building interna (ci torniamo tra un attimo nel dettaglio), il controllo dei link interni ed esterni già presenti, il controllo di permalink, meta description, composizione del titolo, tag alt, immagine;
- Manutenzione straordinaria: in questo caso, oltre a eseguire i controlli di cui al punto 1, si procede con un aggiornamento di tipo contenutistico. Si verifica, quindi, che le informazioni riportate nel contenuto siano ancora attuali, si aggiunge o rimuove qualche passaggio, si sostituiscono fonti ormai obsolete con omologhe più recenti (se esistenti), si modificano gli H2 e H3. Insomma, si procede a una riscrittura del contenuto.
Come si può facilmente intuire, la manutenzione ordinaria richiede decisamente meno tempo rispetto a quella straordinaria, che invece va intesa quasi come un’estensione del piano editoriale. Infatti, se devo riscrivere pesantemente un contenuto, il tempo da dedicarvi è quasi simile a quello dedicato alla produzione di uno nuovo (e va preventivato in modo diverso al cliente).
L’importanza della link building interna
Sul lungo periodo, quando si porta avanti un progetto di blog aziendale o professionale si tende a produrre una mole importante di contenuti, ma c’è un difetto che spesso si tende a sottovalutare, anche per questioni di tempo.
In effetti, quando si scrive un contenuto e si procede poi con il progetto, tutti i titoli futuri possono (e dovrebbero) essere facilmente collegabili a quelli precedenti, attraverso uno o più link interni. Banalmente, sai cosa hai scritto prima e puoi prevedere l’inserimento del link ad altri contenuti.
Purtroppo, non potendo prevedere il futuro, e lavorando spesso a blocchi mensili, trimestrali, semestrali o annuali, capita molto di frequente che articoli prodotti dopo non vengono linkati in quelli precedenti.
E quale sarebbe il problema? Che il sito si ritrova con una link building interna, fondamentale dal punto di vista SEO, unidirezionale, meno forte ed efficace.
Quindi, il mio consiglio è di procedere, periodicamente, a un aggiornamento della link building interna, andando a linkare articoli più recenti in quelli più vecchi, a patto, è ovvio, che siano pertinenti.
Si tratta di manutenzione ordinaria, ma apporta non pochi benefici.
I vecchi contenuti portano traffico
Chiunque abbia gestito un blog per qualche anno sa benissimo che gli articoli più vecchi, che affrontano argomenti evergreen, non smettono mai di portare traffico organico al sito.
Le ragioni sono essenzialmente due:
- un contenuto ben scritto ottiene nel tempo (potenzialmente) un buon ranking da parte del motore di ricerca, che si traduce in keyword posizionate e traffico organico generato;
- un buon contenuto può diventare una fonte autorevole per altri produttori di contenuti, che andranno a linkare la nostra pagina del blog. I link esterni, ancora oggi, trasferiscono valore al sito agli occhi di Google, che premia l’articolo con un buon posizionamento.
Però, c’è un però: se il vecchio contenuto, nel corso del tempo, non viene mai rimaneggiato, manutenuto o aggiornato, perderà posizionamento e genererà sempre meno traffico.
Insomma, periodicamente bisogna aggiornarlo, ma quando e quanto spesso? Ci sono due strade che puoi intraprendere:
- aggiorni il contenuto ogni volta che, su quell’argomento, ci sono delle novità interessanti;
- aggiorni il contenuto una o più volte all’anno, a seconda della stagionalità delle ricerche e del tempo a tua disposizione.
L’entità della modifica non può essere fissata a priori, quindi valuta bene se sia sufficiente un piccolo ritocco o un restauro vero e proprio.
Nuovi spunti da vecchi contenuti
Un’altra ragione per la quale conviene investire tempo e risorse nell’aggiornamento dei vecchi contenuti consiste nel rinfrescare la memoria rispetto ad argomenti magari solo accennati ma non approfonditi con articoli dedicati.
Ad esempio, tempo fa ho prodotto un articolo sulle malattie della tiroide e, nell’aggiornarlo, mi sono accorto di aver menzionato la carenza di iodio; a questo punto, ho deciso di inserire nel piano editoriale un articolo proprio sulla carenza di iodio, al cui interno sono andato a linkare quello precedente, e viceversa (la link building interna, ricordi?).
Quindi, ti consiglio di prendere l’abitudine di appuntarti tutti quei topic potenzialmente utili per il tuo progetto di blogging, per poi andarli a sviluppare a tempo debito.
Articoli ormai obsoleti
Se si escludono gli articoli evergreen, ovvero dedicati ad argomenti che non perdono mai interesse tra gli utenti, in un blog capita spesso di pubblicare contenuti legati di più all’attualità, a una novità del settore, a una notizia interessante.
Il problema di questi contenuti è che hanno una vita molto breve, e non fruttano molto all’interno dell’economia generale del sito.
Ti faccio un esempio: mettiamo il caso che tu abbiamo scritto un articolo sul Bonus Tal dei Tali 2021. Cosa succede nel 2022? Esatto, quell’articolo è vecchio e necessita un intervento.
Cosa puoi fare? Beh, se quel bonus è ancora esistente (ne spuntano come funghi ogni giorno) puoi aggiornare titolo, permalink (facendo un redirect 301) e contenuto, per renderlo attuale.
E se quell’articolo non servisse proprio più a niente? Beh, in effetti potrebbe capitare, in tal caso puoi procedere in vari modi:
- lo rimuovi e reindirizzi la pagina alla homepage o a una pagina pertinente;
- laddove possibile, lo attualizzi, modificandolo in tutte le sue parti;
- lo deindicizzi mettendolo “nofollow”, dicendo quindi a Google di ignorarlo;
- lo lasci così com’è, nella speranza che non faccia danni.
A te l’ardua scelta.
Conclusioni
Creare nuovi contenuti o aggiornare i vecchi? Questo è il dilemma! Come ho avuto modo di spiegare, non esiste nessun dilemma, perché entrambe le azioni sono importanti e non si annullano vicendevolmente.
Quindi, continua a produrre nuovi articoli per i tuoi blog aziendali, ma dedica del tempo anche all’aggiornamento di quelli vecchi.
Fidati, non te ne pentirai!